gen 5, 2021

Nel cuore la missione


Il saluto di don Attilio prima del rientro in Italia 
Categoria: General
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Domenica 3 gennaio, seconda domenica dopo Natale, per la Chiesa thailandese si è celebrata la solennità dell'Epifania. Per la parrocchia di Lamphun e per noi missionari del Triveneto è stata l'occasione per salutare don Attilio De Battisti che a fine gennaio rientrerà in Italia dopo dodici anni in Thailandia. Don Attilio non è nuovo a saluti e partenze, infatti nei suoi anni di ministero ha potuto servire in diverse diocesi. Appena ordinato sacerdote a Padova nel 1988, fu infatti inviato presso il convitto studentesco Pio X a Borca di Cadore in diocesi di Belluno. Successivamente è stato dodici anni missionario fidei donum in Ecuador, a Quito. Al suo rientro nel 2003 il vescovo di Padova gli affida l'incarico di direttore del Centro Missionario diocesano, ruolo che ricoprirà fino al 2007, anno in cui inizia il suo cammino di preparazione per la missione in Thailandia. Dopo un anno di studio dell'inglese in Irlanda parte quindi per Bangkok, dove studia il Thai per due anni. Per poco più di un anno collabora nella parrocchia di Chaehom e infine si trasferisce nella parrocchia di Lamphun. Durante la permanenza a Lamphun gli viene affidato anche la direzione dell'ufficio per la pastorale missionaria della Diocesi di Chiangmai. Incarico che ha svolto con impegno ed entusiasmo fino alla nomina a parroco di Lamphun nel 2016.

Si può dire che ha sempre fatto della missione il centro del suo ministero e anche nell'omelia di domenica scorsa, in cui ha salutato con emozione i parrocchiani, ha riletto il Vangelo dell'Epifania mostrando come tutti i personaggi nominati, siano missionari attivi a partire da Maria, che ha accolto il figlio di Dio, fino ai pastori, ai Magi e a S. Giuseppe, che pur nel silenzio si è preso cura di Maria e del figlio in atteggiamento di obbedienza. I tre saggi d'oriente che vengono ad adorare il bambino sono poi l'emblema della missione e dell'universalità del messaggio cristiano. Gesù, il Figlio di Dio, assume la nostra natura umana per darci la possibilità di diventare figli di Dio e invitarci a costruire insieme la pace e la fraternità tra tutti i popoli. Don Attilio ha sosttolineato come per lui la missione non sia mai stato un portare qualcosa, ma condividere la propria fede ricevendo la testimonianza dei credenti. È questa testimonianza di fede che porterà con sè in Italia per condividerla con le persone e le comunità che incontrerà. La missione è davvero nel cuore di don Attilio e sicuramente saprà continuare con la stessa giovialità, con lo stesso impegno e con la fantasia che lo ha sempre guidato in questi anni. 
Anche il dialogo interreligioso è stato al centro della sua esperienza missionaria e la ricchezza che ha ricevuto in questi anni sicuramente si moltiplichera nel suo rientro in diocesi a Padova. È anche questo il senso della missione "fidei donum", uno scambio fecondo tra chiese per la costruzione del Regno di Dio.

Alla fine della S. Messa, com'è tradizione in Thailandia negli eventi speciali, don Attilio ha piantato un albero che ricorderà il suo passaggio nella parrocchia di Lamphun e in questa terra Thailandese. È un segno di vita e di fecondità per esprimere il tanto bene seminato in questi anni e per augurare che ciò che è stato piantato possa crescere, moltiplicarsi e portare frutti. Siamo sicuri che la forza dello Spirito Santo che guida la missione saprà irrigare abbondantemente ciò che don Attilio ha lasciato. A Lui affidiamo anche il futuro del suo ministero al suo rientro in Italia. 

L'occasione di salutare don Attilio è stata anche l'occasione per accogliere don Ferdinando Pistore della Diocesi di Vicenza che, dopo due anni di studio della lingua inizia il suo ministero pastorale a fianco di don Bruno Soppelsa a Lamphun. Entrambi continueranno il percorso iniziato in questi anni. 

C'è chi rientra e chi arriva. Grazie alla generosità delle Diocesi del Triveneto e dei loro pastori che hanno fatto di questa missione un segno importante di apertura verso il mondo e verso l'Asia, possiamo fiducisamente guardare al futuro, sapendo che la missione è il cuore della Chiesa. L'invio di preti diocesani non è una privazione delle chiese locali anche se le vocazioni locali scarseggiano, ma è una ricchezza che viene dal cuore del Vangelo e che ci ricorda che tutti siamo missionari chiamati a fare della nostra fede un dono. 

Grazie quindi a don Attilio per il suo essere missione e per la testiomonianza di questi anni condivisi insieme. Gli esprimiamo i nostri più sinceri auguri per i nuovi incarichi che gli verranno affidati al suo rientro. Grazie da tutti noi. 

 

Un breve video della S. Messa di Domenica: