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gen 5, 2021
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Il saluto di don Attilio prima del rientro in Italia 
dic 25, 2020
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Il giorno di Natale è trascorso sereno, ma anche qui la pandemia ci ha costretto a ridimensionare la festa.
apr 9, 2018
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Marzo e Aprile qui in Thailndia è tempo d'estate e .... di campiscuola
Croce di Aquileia
 

Vita della comunità

Comunità cattolica a Lamphun

Nel passato, vari tentativi furono messi in atto per costituire una comunità di cattolici, senza risultati apparenti. Scriveva mons. Lacoste, il primo vescovo di Chiangmai, nel 1975: “in questa epoca (1955/56) si decide di stabilirsi anche a Lamphun. Cittadina buddista, antica capitale di provincia, Lamphun era uno degli antichi principati del Regno situata a 27 kilometri da Chiang Mai. I protestanti avevano cercato senza successo di stabilirvisi. Il futuro avrebbe dimostrato che la ‘missione’ non poteva realizzare qualcosa di più profondo e duraturo. Due missionari, i padri Bignolles e Carraro vi risiederanno successivamente, poi il pe. Saint-Guily e mons. Lacoste per 15 anni effettueranno delle visite regolari, ma nessuno chiedera’ di cominciare il catecumenato”.

Dopo quella data quasi nessuna iniziativa fu presa e Lamphun fu considerata una parte della parrocchia della cattedrale.

A maggio del 2010 don Piero viene ad abitare in una casa presa in affitto su indicazione della Diocesi di Chiangmai. In seguito si aggiunge anche don Giuseppe, precedentemente in servizio a Chae Hom.

Di seguito una relazione di quello che si è vissuto in questi primi tempi.

 

I primi passi

Nella casa che la diocesi ci ha messo a disposizione si svolgono le celebrazioni domenicali: cominciano a partecipare alcuni membri della famiglie cattoliche (dieci in tutto) sparse nel territorio. Il primo servizio è "stare" a Lamphun: il timore della piccola comunità è che, come accaduto in passato, dopo un po' venga di nuovo abbandonata. Quindi è necessaria la fedeltà alla celebrazione dell’eucarestia, anche se a volte il numero dei fedeli è minimo; inoltre è indispensabile aiutarli a creare legami tra di loro; creare la coscienza che loro sono la chiesa locale, coinvolgendoli nella visita agli ammalati, nelle piccole decisioni, nella ricerca di un luogo per collocare la nostra chiesa.

Il loro desiderio di avere un luogo di culto proprio cresce sempre più, mese dopo mese.

 

Una difficoltà che si presenta è che le famiglie cattoliche, disperse nel territorio, non si conoscono bene e non conoscono le case gli uni degli altri. Inoltre molti cattolici della prima ora si sono allontanati dalla pratica o sono stati risucchiati nelle precedenti tradizioni.


La "chiesa" nel mercato

Alla fine di giugno la Diocesi affitta per noi uno stanzone al mercato municipale che viene adibito a cappella: l’interno è accogliente ma l’ambiente esterno non aiuta né la calma delle celebrazioni né la possibilità di creare un pò di comunione tra i partecipanti. 

 In compenso essendo il mercato un luogo pubblico e conosciuto aumenta la presenza dei partecipanti: alle famiglie del posto si aggiungono vari lavoratori e alcuni studenti della scuola di agraria, tanto che in alcune circostanze non c'è posto per tutti all’interno.

 
Il mese di ottobre, la recita del rosario nelle famiglie dà a tutti la possibilità di conoscersi meglio e riesce a recuperare alcuni cattolici che da molti anni non partecipavano a nessuna celebrazione.

 

Il nuovo terreno e la nuova "cappella"

Nel mese di dicembre la Diocesi, nella persona del vicario generale e parroco della Cattedrale (di cui Lamphun è una "cappella") acquista un ampio terreno vicino alla città vecchia di Lamphun nella zona degli uffici amministrativi della provincia; lì si trovava un salone che abbiamo adattato a cappella e diventerà il luogo in cui sorgerà la parrocchia.

 

 

 

 

 

Il primo Natale (2010) abbiamo avuto una partecipazione molto più numerosa di quanto si osasse sperare, sia nella preparazione che nella celebrazione. Inoltre, da questa festività in poi, un gruppo (più di quaranta) di immigrati e rifugiati birmani inizia a partecipare regolarmente e con grande devozione ad una messa dedicata specificatamente a loro.
Il Natale è stata anche l’occasione per stringere conoscenza con le famiglie vicine e le autorità.

 

 

 


A Natale inoltre abbiamo consolidato il servizio a una comunità di karian che abitano su un alto monte difficile da raggiungere: il vescovo ci ha messo a disposizione due catechisti dello stesso gruppo etnico che iniziano a dare una forma a questa comunità dove ora undici adulti hanno fatto richiesta di prepararsi per il battesimo.

 

 

 

Le prospettive che si aprono sono promettenti, anche se richiedono pazienza, come quando si pianta un albero di Tek (legno pregiatissimo di queste terre): si dice infatti che chi lo pianta non sarà colui che lo potrà abbattere per sfruttarne il legno, proprio perché richiede tanti anni per poter crescere e diventare utilizzabile.

Proprio in occasione della Pasqua sono stati celebrati i primi battesimi: un giovane, una donna e due bambini nella chiesetta di Lamphun e venti adulti nella comunita’ karian di DoiChaang, quest’ultimi frutto dell’opera attenta e affettuoso di due catechisti karian che il vescovo a messo a nostra disposizione.