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gen 5, 2021
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Il saluto di don Attilio prima del rientro in Italia 
dic 25, 2020
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Il giorno di Natale è trascorso sereno, ma anche qui la pandemia ci ha costretto a ridimensionare la festa.
apr 9, 2018
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Marzo e Aprile qui in Thailndia è tempo d'estate e .... di campiscuola
Croce di Aquileia
 

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ott 13, 2014

Una chiesa in uscita...


Da qualche mese la parrocchia di Lamphun sta andando verso nuovi luoghi per andare incontro a nuove persone, come ci racconta don Attilio.
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Sono stati spesi più di tre anni per dare consistenza e stabilità alla ‘sede’ centrale della parrocchia dotandola di casa per sacerdoti e salone multifunzionale, creando un ritmo celebrativo e dando vita ad alcune attività permanenti, grazie anche alla presenza delle suore. Quest’anno ci sembrava adatto per concretizzare una nostra presenza missionaria anche presso distretti della parrocchia lontani geograficamente. Abbiamo quindi affittato due locali, sulla strada principale, nel centro dei capoluogo Pasang e Banhong rispettivamente a mezzora e a un’ora di distanza da Lamphun, e settimanalmente assicuriamo la nostra presenza, sacerdoti e suore, per iniziare a conoscere i ritmi di vita della popolazione locale e per far conoscere il cristianesimo e la vita della parrocchia.

Non è semplice cominciare dove non si conosce se non qualche cristiano. Si comincia visitando i templi e instaurando un rapporto con i ‘parroci’ buddisti locali, poi si frequentano alcuni luoghi chiave della popolazione (mercati, uffici pubblici, scuole), si inizia a presenziare agli eventi più importanti del distretto (feste, funerali, eventi sportivi…), si cammina e si chiacchiera con i curiosi.

A tutti offriamo un sorriso e dimostriamo di essere interessati alle loro attività, chiediamo cosa fanno, come fanno e che risultati ottengono. Qualcuno ti racconta la sua vita, altri ti rivolgono le loro numerose domande… La meta è di poter usare dei due locali per eventuali attività informative e formative. 

Chi desidera sapere qualcosa in più del cristianesimo ha accesso a del materiale (fascicoletti, dvd, brochure…) ma soprattutto può scambiare due parole. Le stanze individuate si prestano anche per momenti di preghiera e di fatto abbiamo iniziato a intercedere per la popolazione locale con la preghiera, a noi comune, della liturgia delle ore.

Dopo un paio di mesi di attività non si possono certo raccogliere i frutti. Al contrario, in questo contesto il lavoro prevede tempi lunghi prima che il ghiaccio e la diffidenza possano aprirsi. Ma questi primi passi della proclamazione del vangeli, in contesto urbano, aiutano a valorizzare gli sforzi dei primi missionari nell’aprire nuove vie e contatti con popolazioni isolate, aiutano anche a riflettere sul metodo missionario e sulle prime parole da dire a chi da sempre pratica un altro cammino di fede. Eppure gli inizi sembrano assomigliarsi: chi apre la porta con maggiore disponibilità sono persone segnate dalla sofferenza e marginalizzate. Una parola di conforto, una preghiera rivolta a un Dio che non conoscono, sembra illuminare la loro oscurità e riscaldare il loro cuore. Sentiamo che pur facendo uso di moderni strumenti e strategie il contatto personale, la visita domiciliare, il saluto e il dedicare tempo resta il metodo fondamentale per cominciare.

L’esperimento di questi due locali, inizialmente fissato per un anno, avrà bisogno di più tempo e, sicuramente, anche di più risorse materiali, ma resta indubbio che la fedeltà e la cortesia discreta dei missionari fanno la prima immagine della proposta cristiana.

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